1999
….un severo senso di armonia, di silenzio, di ordine regna nell’opera. Una sorta di sublimazione materica, partendo proprio dai primordiali elementi essenziali della materia, e forma stessa.
Un sospiro di sollievo. Di pace. Di forte equilibrio. Di dolce, tattica sentenza di esistenza perduta.
Un supporto con mano rialzata al di là della mente standartica , per crearne un gioco di linee quasi perfette, vibranti, ululanti d’umani cose .
Orizzontali e verticali s’intersecano, si scontrano, s’accarezzano domandandosi sull’antico infinito mistero.
Interviene la logica illogica della saggezza a legarne l’armonia. E un grave senso di pace, nella luce, nella danza d’esse, nell’affermarsi del materiale nella sua natura e nel suo spessore.
Una sonorità dionisiaca e apollinea al contempo. Un senso arcaico, canoro, di mistificante ordine quasi, e allegoria metafisica.
E un po’ di silenzio e riflessione, finalmente.
Anonima