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Poche cose da difendere

“ come un mucchio di rifiuti gettati a caso, fosse il più bell’ordine “
Eraclito ( cit. in Teofrasto, Metaph. , 15, 7 a 10 Us. )

Mi è accaduto di rinvenire il filo che lega alcuni di questi ultimi lavori.
Non più dinanzi al caso che mi è parso predisporli ; come non fosse più soltanto per ordine della sequenza, ma qualcosa
appunto di più: come corrispondessero l’un l’altro.
L’ho trovato dal punto da cui cominciare la cernita che presumono i loro elementi:
la cornice, la sabbia, la pietra, la corda, il metallo, il vetro.
Tutte queste varianti e trasformazioni: lo Sono la sabbia della pietra, il vetro della Sabbia come silice.
Come la corda e la cornice lo sono della fibra.
Il metallo ricavato per estrazione e fuso come lega. La lega, dunque, estratta dalla pietra e la fibra ritorta che la “lega”.
Legare è il termine che indica la compagine grazie a cui li si trova riuniti? Forse.
Come lo scioglimento si avverte dalla ondulazione provocata sulla sabbia.
Entrambi ne costituiscono la cernite per cui si pongono come corrispettivi.
L’etimo di “legare” è ligere con una radice comune a legere, raccogliere.
Che cosa legando tiene raccolto ?
Impigliatosi nei suoi lacci vi ha lasciato traccia. E’ forse il fuggitivo ?
Vuole il caso che se lo potesse sia pure come trovandolo scomparso non lo è.
Lo trattengono i legami per cui il metallo avvolgendolo dagli steli il fastello vi accumuli sopra.Lo lega a ciò cui chiamandolo
a sottrarsi lo preservi.
Così risulta all’essenziale quel che è dell’opera, e di ciascuna opera quel che è, appunto, una certa compagine.

Giovanni Schiavocampo

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